Hai detto Speakeasy? Ma siamo a Napoli!
Ebbene sì, per chi come noi è sempre alla ricerca della massima qualità in tema di food&drink, spesso non è facile trovare il posto adatto nel quale chiudere una bella serata.
Eppure siamo a Napoli, città simbolo della qualità enogastronomica, in cui il clangore e la frenesia del quotidiano si trasformano in attento culto della qualità e della tradizione.
A pochi passi dal lungomare Caracciolo, nei pressi di Piazza della Vittoria, in una via pressocché anonima – i negozi sono chiusi ormai da diverse ore – da un piccolo portoncino si crea un vivace viavai di persone. L’Antiquario. Solo questo sull’etichetta del campanello. Non è di certo l’unico antiquario della via, ma di sicuro il solo aperto a quell’ora della sera. Decidiamo di suonare.
Siamo accolti da un ragazzo in giacca bianca e immancabile “baffo a manubrio”, attraversiamo la pesante tenda scura di velluto e immediatamente lasciamo la città partenopea e veniamo catapultati nella Pittsburgh degli anni ‘30: luci soffuse, divani bassi, bartender in camicia e papillon, un pianoforte che suona jazz e una selezione di distillati a completare il perfetto arredamento.
L’atmosfera del proibizionismo aleggia in tutto il locale, e anche noi ci lasciamo conquistare dal mood un po’ clandestino.
Nel menù troviamo una buona selezione di cocktail particolari, dai grandi classici Cosmopolitan, Mike Romanoff, Mai Tai, Moskow Mule, alle eccellenze della mixology più all’avanguardia, in un percorso che tocca momenti e luoghi che hanno fatto la storia della moderna arte della miscelazione.
Dal Georgia Mint Julep, la bevanda simbolo del derby ippico del Kentucky, al Red Hook, la versione elegante del Manhattan, reso famoso dal bartender Vincenzo Errico del Milk&Honey club di New York, fino ad arrivare allo spregiudicato Wasabi Martini che strizza l’occhio alle nuove tendenze.
Non posso non menzionare il Penicillin, senza dubbio tra i migliori cocktail della serata: Scotch Blended Whisky, Scotch Islay Single Malt, miele, zenzero e succo di limone. Un cocktail perfettamente dosato, piccante, torbato, fresco, speziato: come direbbe il suo creatore Sam Ross, smokey. In questo cocktail bar nulla è lasciato al caso.
Se l’alcool inizia a farsi sentire si può approfittare degli ottimi appetizer proposti: salmone norvegese, le immancabili alici del Cantabrico, salumi di qualità, caviale (anche il Beluga per i più esigenti); cioccolatini e Cognac Hennessy per i golosi.
Non solo cocktail: il menù è sapientemente arricchito da una selezione di Champagne: dai più classici ad assolute rarità come il Krug Clos d’Ambonnay che no, non ci siamo concessi.
Chissà se è una buona scusa per ritornare in questo speakeasy vintage?
Luna De Santis